L’Italia rialza la testa e dopo 3 anni in cui i fallimenti d’azienda sono stati in continua ascesa, gli ultimi dati riportati dal Cerved mostrano come il settore industriale abbia lentamente invertito la rotta con una leggera ma importante riduzione dei fallimenti d’azienda in Italia.
Dopo 30 mesi, ossia dal secondo trimestre del lontano 2012, i dati tornano a essere in negativo e lasciano ben sperare per una ripresa dell’economia tanto sospirata. Sebbene il numero sia elevato, nei primi 3 mesi del 2015 le aziende che hanno chiesto di avviare una procedura fallimentare in Italia sono state 3800, ossia il 2,8% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Un dato che non può essere casuale e che fa riflettere sulle reali possibilità per l’Italia di rialzare la testa e riprendere la sua corsa.
Guardando i dati complessivi delle aziende che hanno chiuso la saracinesca nei primi mesi del 2015, includendo quelle che hanno chiesto il fallimento e quelle che semplicemente hanno cessato la loro attività con procedure non-fallimentari e concorsuali di vario tipo, il numero sale a 21mila, ma rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente si è assistito a un calo del 3,5%.
Andando ad analizzare questi dati ed entrando più nello specifico per capire quale possa essere il settore che ha maggiormente influito all’abbassamento dei dati statistici, si nota come il comparto industriale sia stato quello che ha maggiormente beneficiato del primo respiro di ripresa nel settore economico italiano, seguito a ruota da quello delle costruzioni. Quasi per ironia della sorte, questi sono stati i due settori che hanno maggiormente accusato gli effetti della crisi negli anni passati con un elevatissimo numero di imprese fallite e chiuse. Tutto questo porta a un periodo di grande speranza per una buona ripresa in breve tempo che agevolerà sia le nuove imprese che quelle già esistenti.
Guardando con attenzione i dati specifici delle imprese industriali che hanno dichiarato fallimento nei primi tre mesi del 2015, si osserva come nel settore manifatturiero siano state 560 le aziende che hanno aperto la procedura fallimentare, ben il 15,6% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre è nel settore automobilistico che si registra il calo di fallimenti più consistente, con ben il 36,1% in meno di fallimenti.
Il settore manifatturiero e quello automobilistico, compreso l’indotto che creano, sono due comparti che da sempre costituiscono la spina dorsale dell’impianto economico industriale italiano e il fatto che i due migliori risultati provengano proprio da qui è un forte segnale per una ripresa possibile e imminente per tutto il settore industriale del nostro Paese.
Buona anche l’analisi del settore metallurgico, che ha visto un calo dei fallimenti di più del 30%, mentre le costruzioni si attestano su un rispettabile -2,5%.
Le regioni che stanno trainando questo primo inizio di ripresa sono sorprendentemente quelle del centro Italia, con l’Abruzzo in testa che ha fatto segnare un eccellente calo del 25%, seguito dal Lazio che ha registrato una diminuzione dei fallimenti di ben il 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Quello che sta attraversando l’Italia può senza dubbio essere considerato come un momento di transizione, in cui calano le richieste di fallimento da parte delle aziende e in cui quelle che riescono a non chiudere e ad andare avanti migliorano sensibilmente la loro condizione economica, con una ritrovata puntualità nel pagamento dei fornitori, che non si vedeva più da almeno tre anni, segno che qualcosa di buono si muove e che la strada percorsa per la ripresa economica del Paese è quella giusta.
autore: Andrea Fantini
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